Alessi Firenze

Una tradizione consolidata

Alessi Firenze, prosegue la tradizione già consolidata dalla nostra famiglia negli anni. Diventa una fucina di idee alla ricerca del più buono, con una rinfrescata energia, impegno e innovazione, forte dell’esperienza acquisita in 50 anni, partendo dalla prima semplice selezione, composta da un fiasco di vino Chianti Classico, un barattolo di miele e un pecorino, confezionati dentro un cesto di castagno intrecciato a mano, fino ad arrivare, ad oggi, con raffinate cappelliere di cartone, fasciate a mano con carta di pregio (carta fiorentina) e fiocchi in doppio raso con colori abbinati o corde ritorte in vari colori secondo il nostro gusto estetico o come personalizzato dallo stesso cliente / estimatore.
All’interno delle cappelliere stesse, i prodotti “non comuni” selezionati, sono impacchettati ad uno ad uno e avvolti poi da carta velina intonata.
Cibo e vini di assoluta qualità, provenienti dalla nostra regione senza tralasciare le eccellenze nazionali, vergati con il ns.marchio Alessi Firenze / Emilianoalessi.it a garanzia della ricerca del buono e del bello.

1971

1972

Chi è Emiliano?

Latte e Vino
Tutto si é svolto e si svolge nei colori della natura contenuta del Chianti dal verde scuro dei cipressi, alle verdeggianti miti vigne, fino al rosso dei tramonti, che Omero ” chiamerebbe il colore del vino”.
Ho fatto la mia prima vendemmia nella pancia di mia mamma nell’ autunno del 1971.
Pane Vino e Zucchero
I primi passi nell’arenaria galestrosa dei filari, e cosi via nello scorrere del tempo con il canto dei grilli nell’afa estiva e poi il susseguirsi delle vendemmie e il relativo ritardo dell’inizio delle lezioni, con il bene placido dei padri Barnabiti in cambio del Vinsanto per la Santa Messa.
Vino Buono e Buon Cibo
I Viaggi che ho intrapreso grazie al Vino, mi hanno fatto scoprire mete e posti unici, arricchendo il mio bagaglio culturale e umano, già ben fondato grazie alla passione trasmessa dei miei genitori.
Ho conosciuto persone che mi hanno guidato e formato, diventando per me mentori unici e indispensabili, Franco, Sandra, Gianfranco, Alessandro, che con bicchiere dopo bicchiere, abbinamenti e aneddoti, mi hanno portato a consolidare la mia consapevolezza di diventare selezionatore del più buono, dispensatore di felicità per coloro che hanno la gioia di apprezzare tutto ciò che li circonda, e magari forse con l’ambizione di avvicinare chi ancora non ha avuto la fortuna di soffermarsi a considerare la nostra Memoria della Tradizione.

50 anni di storia...

vino e dintorni

“Sentieri erbosi mi hanno guidato un giorno verso il “Cennatoio”, e poi carovaniere, quelle piste misteriose o d’azzardo del Chianti, che uno sceglie come riversa carta di tarocchi. Vorrei chiamarle, anche oggi, primavera o estate quelle strade rivolte a un orizzonte in cui la luce sorrideva come avvolta in un sontuoso scialle di viole. Là ricordo sempre una voce della poesia che, per attimi, sostituì davvero la bussola o la mappa: “Avete ‘n voi li fiori e la verzura e ciò che luce od è bello a vedere”.

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Così Guido Cavalcanti sognava la sua donna riversa in mezzo ai fiori, forse in un crepuscolo lontano di primavera o d’estate, proprio al “Cennatoio” che, a quanto pare, era la casa dei suoi sogni o la dimora della sua inafferrabile malinconia.

Più sotto, s’udiva, nei giorni chiari d’autunno, la sorgente della Greve che urtava le pietre delle “Stinche Alte”, il grande carcere della Repubblica di Firenze sotto i Medici.

Dentro il sudario delle foglie dove il bosco più fitto le proteggeva, le “Stinche Alte” accoglievano quei cenni che parenti e compari dei carcerati, dal piazzale della Villa, inviavano ad amici e congiunti: da qui il nome “Cennatoio”.

Quei cenni annaspavano nell’aria prima di cadere d’improvviso giù sotto quasi avvolte di oblio e di memoria al contempo.

Al “Cennatoio”, dunque, ritrovavo quella leggenda del tempo che il Chianti, nei mille luoghi del suo vagare da una stagione all’altra, sa conservare come il segreto delle più alte avventure.

La tradizione...

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1970

Nasce Cennatoio

L'azienda viene acquistata da Alessio Alessi, padre di Leandro, ma fin da subito sia Gabriella e Leandro si innamorano del posto e lo cominciano a seguire nella sua costruzione passo dopo passo

1971

Chianti Classico Cennatoio

Prima produzione del Chianti Classico Cennatoio

1972

Dolce attesa

Nasce Emiliano

1975

Occhio di Pernice

Si comincia a produrre l'Occhio di Pernice vinsanto Rosso di caratello di cui siamo stati i primi a riscoprirlo e che diventerà DOC circa 20 anni più tardi

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1977

La distribuzione

Viene costituita la commerciale (SRL) che inizierà la distribuzione dei vini del Cennatoio

1985

La proprietà

L'azienda diventà di proprietà di Gabriella e Leandro Alessi

1988

Ristrutturazione

Ristrutturazione interna sia per la parte agricola ed enologica

1990

L'Etrusco e Rosso Fiorentino

Nasce L'Etrusco e il Rosso Fiorentino i primi super tuscan e si abbandona le uve bianche per il taglio del chianti classico

1991

Cennatoio Biologico

Si decide di diventare biologici senza però aderire a nessun ente che lo certificasse

1993

Mammolo

Nasce il Mammolo

1994

Arcibaldo

Nasce l'Arcibaldo

2001

Il Sogno dell'Uva

Nasce l'ultima sfida "il Sogno dell'Uva"

2008

Biologici certificati

Decidiamo di essere certificati come produttori Biologici

2012

Ufficialmente biologici

Ufficialmente diventiamo Biologici

2015

Lauchum

Nasce LAUCHUM in collaborazione con Maison de Negoce de Vins (negoziante francese) e degli enologi francesi

La casa che sorride

Il CENNATOIO è un’Azienda Agricola che Leandro e Gabriella Alessi, a cui negli ultimi anni si è aggiunta la collaborazione del figlio Emiliano, dirigono dal 1970.
Il luogo, nel variare degli anni, è rimasto ugualmente “bello a vedere” come diceva il Cavalcanti. Dal CENNATOIO si domina uno stupendo e tipico panorama del Chianti, con colline piene di vigneti e oliveti, chiese e castelli e grandi boschi di querce. La particolare natura del terreno, galestroso, pietroso e duro a dissodarsi, nonchè l’esposizione a mezzogiorno, è l’ideale per i vitigni tipo Sangiovese Grosso, Cabernet Sauvignon e Merlot, questi ultimi contribuiscono in maniera decisiva alla produzione di vini davvero polposi, morbidi e dai profumi di frutti di bosco.

Così, i vigneti pregiati del CENNATOIO, inframezzati dagli ulivi, si estendono per 2 ettari ad un’altitudine di 600/620 mt slm con una esposizione completamente a sud/sud-est sul confine tra Firenze e Siena.
Un ulteriore aneddoto è che la parola CENNATOIO deriva da “CENNO” che a sua volta trae origine dalla vicinanza del luogo con le Stinche Alte, avamposto e carcere della Repubblica di Firenze sotto i Medici, quindi dall’uso di fare CENNI ai soldati medicei, dal cortile della dimora.

La cultura biologica

Dal 1991 l’Azienda grazie all’esperienza e all’amore per la natura acquisita sul campo con pazienza ed esperienza, ha adottato esclusivamente concimi naturali, evitando diserbanti per non danneggiare la produzione stessa ma anche per non contaminare il microcosmo delle api, che dimorano numerose nelle arnie al limitare del bosco di proprietà, producendo il pregiatissimo miele.

Il CENNATOIO è Azienda Biologica Certificata. Ma è soprattutto l’arte enologica per merito del DOTT. LUCIANO BANDINI e della sua fidata cantinera Ildegarda Agnelli, il maggior vanto del CENNATOIO: le cantine, con tini d’acciaio, Battiques e Tonneaux francesi, costituiscono il coronamento della produzione e dell’invecchiamento dei vini del CENNATOIO.

In sostanza, alle naturali doti del luogo, si aggiunge un sistema di vinificazione che ha mantenuto la antica tradizione vinicola della zona, ma si è tenuta al passo con i tempi non disdegnando le ultime tecniche enologiche.

Così si può dire che da questa terra ricca di costumi antichi e raffinati quanto l’arte della vinificazione, storica alla vitalità dell’opera umana nel tempo guardi da un luogo preciso e carico di memoria verso la vastità ardente del Chianti che forse lo stesso OMERO potrebbe chiamare “COLORE DEL VINO”.

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